Federica di Pietrantonio

ARTICLE: I DON'T KNOW ABOUT YOU, BUT I NEED A VACATION SPOT

Federica di Pietrantonio, Vacation Spot in Gent (back to Rome), Rufa Space, Pastificio Cerere, Rome (Italy), 2019 photo by Eleonora Cerri Pecorella

Today is the last day to watch Federica Di Pietrantonio’s but I wanna keep my head above water. As a finissage, we revisit her groundbreaking project Vacation Spot (2019)

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As in the case of Letta Shtohryn's practice, this Sims-based machinima is part of a larger, multimedia project as Di Pietrantonio’s work ranges freely over painting, video, installations, and performances.

The heterogeneity of Di Pietrantonio’s approach and her ability to use different media to create an evolving universe in which the digital and the material converse with each other without any abrupt interruption is especially manifest in her project Vacation Spot, which she developed at Rufa Space, Pastificio Cerere in Rome as well as Gouvernement in Ghent, Belgium in 2019.

Di Pietrantonio's universe mixes avatars like the ubiquitous Foxy and classic icons of art, creating striking juxtapositions. Vacation Spot is closely related to Voyeurism, the short machinima we discussed a few days ago. But there are also objects - tangible objects - in the gallery space: her playground is all encompassing…

(continues)

Matteo Bittanti

Federica Di Pietrantonio, Vacation Spot in Gent, 2019, installation view, Gouvernement (Ghent, Belgium), photo by Andrea Frosolini

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ARTICOLO: EYE CONTACT, L'ARTE DI FEDERICA DI PIETRANTONIO

Daniela Cotimbo su Federica Di Pietrantonio

In but I wanna keep my head above water, Federica di Pietrantonio utilizza gli scenari virtuali di The Sims per inscenare un’opera ambientata in un bagno in cui un avatar digitale è intento ad arginare una perdita d’acqua. Già nel titolo sembrano essere evocati alcuni degli elementi chiave del video, la dimensione di solitudine (il rituale notturno) in cui il protagonista è immerso, la ricerca, allusivamente erotica, di qualcosa in grado di andare oltre l’algida, incorporea, dimensione del virtuale.

Protagonista del video è un avatar dalle sembianze androgine, corpo maschile, mutandine di pizzo, orecchie da volpe. Proprio quest’ultimo dettaglio rimanda ad uno degli aspetti ricorrenti nei lavori dell’artista, l’esplorazione e il recupero di immaginari derivanti dalle sottoculture emerse grazie al potenziale connettivo ed estensivo della rete; nel caso specifico quella dei furry, gamer, role player, artisti, che a partire dagli anni Ottanta hanno adottato l’identificazione con il mondo animale — in particolare il travestimento — come pratica di autodeterminazione identitaria.

Questo avatar, ricorrente nelle opere della Di Pietrantonio, qui ripete compulsivamente l’azione di arginare una perdita originata direttamente da un wc. La reiterazione dei movimenti così come l’espediente, usato a più riprese, di non mostrare la scena nella sua interezza fanno sì che essa sembri riferirsi più ad un momento privato di autoerotismo. Questa sottaciuta dimensione è evocata dal titolo stesso, tratto da una traccia musicale dell’artista Only fire, che presenta espliciti riferimenti di natura sessuale. 

Il virtuale diventa allora in quest’opera il luogo di una esplorazione dell’identità orientato dalla ricerca del piacere, un obiettivo che non trovando un riscontro diretto nelle possibilità del corpo, si apre ad immaginari ibridi, cercando di sfondare la barriera dell’impersonalità dello schermo. Il protagonista del video incarna questa ricerca attraverso le pose, spesso restituite nella loro iconicità, le movenze e le espressioni. Di Pietrantonio decide consapevolmente di utilizzare la tecnica del camera look cinematografico (lo sguardo in camera) per creare una relazione diretta con lo spettatore al di là dello schermo ed in questo modo di sfondare quella barriera intima della relazionalità, che la dimensione virtuale rende ancora più straniante.

In Giappone, dove per secoli, anche il solo incontro prolungato degli sguardi tra differenti sessi rappresentava una pratica socialmente sconveniente, oggi questo esercizio allo sguardo è allenato grazie al proliferare di video tutorial (Eye Contact) che in modi diversi invitano lo spettatore a “tenere” lo sguardo fisso sull’altro. L’artista trae inoltre spunto da una tradizione di immaginari pornografici virtuali che destano scalpore non tanto per i loro contenuti espliciti, quanto per il fatto che essi nascano e vivano esclusivamente nel digitale. L’idea di trarre piacere attraverso una stimolazione artificiale rappresenta ancora oggi una forma di tabù perché ci mette di fronte ai limiti della corporeità.

Il video presenta un’atmosfera lenta e sospesa nel tempo, il suono incessante dell’acqua che sgorga dal water e pochi versi emessi dal protagonista fanno da legante alle scene e sono gli unici elementi a rimandare ad una dimensione espressamente fisica, dando vita ad un evidente slittamento percettivo. Ancora una volta ci si rifà ai rituali estetici emersi in internet, ripercorrendo una tradizione di video ASMR (acronimo di Autonomous Sensory Meridian Response), in cui attraverso pratiche visive o uditive si stimola la ricerca del meridiano sensoriale, una regione del corpo deputata a restituire una piacevole vibrazione.

Sono moltissimi i video di questo tipo presenti in rete, dal whispering (letteralmente, sussurro) allo sfregamento di oggetti, fino alla visualizzazione di luci e colori, tanto da rappresentare un vero e proprio fenomeno che assume connotati creativi ed estetici di volta in volta differenti. L’artista decide di riprendere l’atmosfera condensando i diversi elementi dell’opera in una dimensione di rilassamento, una pratica di benessere digitale che ha molto a che fare con l’idea stessa di “cura” collettiva attraverso l’esplorazione di gusti e rituali condivisi.

La fascinazione per queste pratiche comunitarie nate spontaneamente dalla condivisione in rete sembra incarnare proprio l’idea di relazioni simbiotiche così come le intende Donna Haraway, ossia come un intreccio di esperienze che vanno al di là di un punto di vista egemonico dell’umano per essere restituite nella loro complessità e novità. All’interno di questo scambio tra “specie compagne”, Haraway colloca sempre la tecnologia come il territorio privilegiato per l’ibridazione.

In maniera analoga il lavoro di Federica Di Pietrantonio abita il virtuale alla ricerca di nuovi possibili modi di essere, fondati sullo scambio, sull’appagamento e sulla coesistenza all’interno di uno spazio nuovo, sia esso fisico, digitale, mentale o in continuità tra questi mondi.

Daniela Cotimbo

Federica di Pietrantonio

but I wanna keep my head above water

July 22 - August 4 2022

Introduced by Gemma Fantacci

Daniela Cotimbo è una storica dell’arte e curatrice indipendente con sede a Roma. La sua ricerca è focalizzata sulle istanze problematiche del presente, indagate attraverso diversi mezzi espressivi, in particolare le nuove tecnologie. Di recente ha fondato e curato il Re:Humanism Art Prize dedicato al rapporto tra Arte e Intelligenza Artificiale, diventato poi un’associazione culturale di cui è presidente. Daniela ha curato mostre in diverse gallerie, musei e festival, tra cui il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, AlbumArte, Colli Independent, Operativa Arte Contemporanea e Romaeuropa Festival. Scrive per numerose riviste d’arte contemporanea, come Inside Art, Flash Art, NERO e ha curato o preso parte ad una serie di panel e speech per diverse istituzioni tra cui Galleria T293 (Roma), Cubo Unipol (Bologna), Manifattura Tabacchi (Firenze), Maker art (Roma), Accademia di Belle Arti di Brera (Milano), Università Ca’ Foscari (Venezia), Università John Cabot (Roma). Dal 2021 è co-fondatrice di Erinni, associazione che si occupa di pratiche artistiche transfemministe.

ARTICLE: THE ARTIST WAS ALWAYS ALREADY PRESENT

We shape our avatars, and our avatars, in turn, shape us.

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In Federica Di Pietrantonio's work, The Sims becomes a mirror world, a proto-metaverse through which the artist’s practice is both duplicated and extended, in the McLuhanian sense that media are extensions of our senses and organs. In Voyeurism (2019), the daily life of the artist also known as Federica is reenacted with/in The Sims, through the mundane performance of her avatar. She takes a bath, she exercises, she rants and raves, she dances. 

As in several other her works, the ‘action’ takes place in the lavatory, which doubles as a gym, a dance floor, and a studio. Voyeurism's repetitive 'narrative' mirrors the uneventfulness of the artist' daily life. Nothing salient happens and the artist even briefly disappears from the frame. Then, she's back in action to mop the floor, send a text, listen to the music. The video lasts approximately fifteen minutes, but could go on forever, as in a live simulation… 

(continues)

Matteo Bittanti

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ARTICLE: THE ARTIST IS PRESENT

Artist Federica Di Pietrantonio introduces herself as a Sim avatar.

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“Hi there!

Let me briefly introduce myself. I’m Federica Di Pietrantonio, I was born in 1996 in Rome, where I both live and work. I studied painting at RUFA - Rome University of Fine Arts and for a short period I moved to Ghent in Belgium, at KASK, writing my thesis “spending free time”.

At the moment I’m part of Spazio In Situ, an artist-run space created in Rome about 5 year ago, and I’m co-founder and co-editor of ISIT.magazine, an independent publishing project born in 2018, that it’s basically a contemporary art magazine both online and offline. My research focuses on relationships and processes that develop from simulated or virtual realities, videogames and social platforms.

I usually work with different media, from painting to video to media installations. I had the chance to exhibit in different places and cities, some of them are Las Palmas in Lisbon, The Gallery Apart in Rome, Gouvernement in Ghent, and Virginia Bianchi Gallery online. At the moment I’m doing a residency at Manifattura Tabacchi in Florence where I am developing the project “not so far away”, a research inside videogames environment about nature, cities, urban life and so on…”

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Federica Di Pietrantonio

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EVENT: FEDERICA DI PIETRANTONIO (JULY 22 - AUGUST 4 2022, ONLINE)

but I wanna keep my head above water

digital video/machinima (1920 x 1080), color, sound, 10’ 30”, 2022, Italy

everynight i try to find the light but sometimes its too cold

digital video/machinima (1920 x 1080), color, sound, 1’ 01”, 2022, Italy

everynight i try to find the light - prélude

digital video/machinima (1920 x 1080), color, sound, 00’ 51”, 2022, Italy

Created by Federica Di Pietrantonio

viewer discretion is advised

Wet, steamy, and sticky. Federica Di Pietrantonio takes the viewer into her neon lit lavatory. In this humid, slushy environment, gender identities become fluid and seemingly solid architectures suddenly splinter. The camera indulges on a virtual nymph’s expression as water drips slowly and then faster. Moments of intimacy are shared. Crevices are explored. Surfaces are scrubbed. This highly immersive experience will leave you soused.

Federica Di Pietrantonio (b. 1996) studied painting at the University of Fine Arts in Rome. After receiving her B.A. in 2019, she did a residency at KASK (Ghent, Belgium), where she developed the project Vacation Spot with The Sims. In 2017, Di Pietrantonio was selected for Mediterranea 18 Young Artists Biennale and the following year she began a collaboration with Spazio In Situ as an artist and web designer. Her work has been exhibited in Italy, Belgium, and Portugal. She currently lives and works in Rome.

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NEWS_ BACK-TO-BACK: IDENTITIES/INTIMACIES

What is the difference between nudity and nakedness in a video game? Can one's self be infinitely programmable in a simulation? And who are you, where you are not yourself?

The last back-to-back program features two outstanding words from Jamie Janković and Federica di Pietrantonio.

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