In her game video essay Deconstructing the Algorithm, Alessandra Porcu explains how supposedly neutral algorithms introduce new biases based on gender, sex, and culture. The artist uses machinima to question the very notion of representation and to reconfigure her own identity in a context informed by white supremacy, patriarchal imperatives, and widespread misogyny. The passivity encouraged by digital games as well as cinema is further promoted by social media and live streaming culture, which are both dominated by the male gaze. In her work, the filmmaker and scholar rejects the pervasive malestream perspective in both video games and game videos. In this interview, Porcu discusses her work with Gemma Fantacci, Luca Miranda and Riccardo Retez (interview in Italian)
IN ITALIAN
Nel suo video saggio ludico, Decostruire l’algoritmo, Alessandra Porcu come i presunti algoritmi “neutrali” introducono nuovi pregiudizi basati sul gender, il sesso e la cultura. Attraverso il machinima, al regista mette a tema la nozione stessa di rappresentazione e riconfigura la propria identità in un contesto dominato dalla supremazia bianca, dagli imperativi patriarcali e dalla misoginia diffusa. La tesi di Porcu è che la passività incoraggiata dai videogiochi nonché dal cinema è promossa anche dai social media e dal live streaming, nei quali lo sguardo maschile è pervasivo. La filmmaker e studiosa rifiuta la prospettiva malestream tanto nei videogiochi quanto nei giochi video. In questa intervista, Porcu si confronta con i curatori Gemma Fantacci, Luca Miranda e Riccardo Retez.
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